Giorgio Morandi (Bologna 1890-1964) da "Silenzi", foto by "Abitare" |
Studiò i grandi maestri, da Giotto a Piero della Francesca, da Chardin a Corot fino a Cézanne che fu suo punto di riferimento. Nel 1919 incontrò Carrà e De Chirico pertanto esplorò la fase metafisica; e ci fu l'incontro con Mario Broglio e il gruppo di "Valori Plastici" con i quali espose a Berlino nel 1921 ma di fatto rimase sempre un isolato. Partecipò alle due grandi rassegne del gruppo sarfattiano di Novecento a Milano nel 1926 e '29 e ad alcune edizioni della Biennale di Venezia a partire dal 1928. Il mito di Morandi, artista solitario, appartato, che praticamente non si allontanò mai dalla sua casa in via Fondazza, fuori dalle luci della ribalta, che si poneva di fronte al mondo con un atteggiamento poetico, raggiunse gli Stati Uniti e fu tra i pochi artisti italiani invitati a partecipare all'edizione del Premio Carnagie di Pittsburgh nel 1929, '30, '33, 1936 e oltre mentre alla Quadriennale di Roma del 1939 ottenne il secondo premio per la pittura. Nuovamente presente alla Biennale di Venezia nel 1948, gli fu assegnato il Gran Premio per la pittura. Dal 2003 Bologna gli ha dedicato un museo, Museo Morandi e dal 2009 è aperta al pubblico la sua casa studio in via Fondazza, 36. Una curiosità: nel 2009 il Presidente Barack Obama dimostrò il suo apprezzamento per Giorgio Morandi scegliendo due olii per la collezione della Casa Bianca.
Fonti di ricerca: Prof. Sileno Salvagnini (corso di storia dell'arte contemporanea, titolo: "Gli Stati Uniti e l'arte italiana nella prima metà del '900), Accademia di Belle Arti di Venezia.
Ordine cronologico di Alberto Martini, I maestri del colore (F.lli Fabbri editori)
Interno di Casa Morandi, foto sito ufficiale |