Patrizia Biaducci - Diartedialogando - Copyright ©️ Tutti i diritti riservati


mercoledì 29 giugno 2011

Tintoretto, se lo leggi t'innamori

                       

Tintoretto, particolare dell'Annunciazione conservato alla Scuola Grande di S.Rocco, Venezia

Tintoretto quest'anno occupa una posizione di riguardo grazie alla curatrice della Biennale di Venezia, Bice Curiger, che proprio a lui ha dedicato l'apertura dell'esposizione perchè i visitatori focalizzassero il tema portante cioè: ILLUMINAZIONI. Così è intitolata la 54a Biennale di Venezia. Sono tre le opere esposte di Jacopo Robusti detto Tintoretto (Venezia 1518-1594) e, cosa buona e giusta, la Biennale si farà anche carico di restaurare i tre dipinti per ringraziare la Soprintendenza veneziana che li ha concessi in prestito. 
Nel 2008 Melania G. Mazzucco ha scritto "La lunga attesa dell'angelo" edito da Rizzoli, in cui descrive Tintoretto, la sua vita, i suoi sentimenti (in questo caso la sua vicenda affettiva profonda e sofferta nei confronti dell'illeggittima figlia Marietta, pittrice anche lei). Ma ciò che vi colpirà leggendo questo libro, tra storia e romanzo, è quanto sia stata capace l'autrice di descrivere la vita dell'artista nella maniera più introspettiva possibile: gioie, frustrazioni, amori, ambizioni, disagio esistenziale. E con dovizia di particolari anche quando descrive il suo stile, la sua tecnica pittorica tanto da indurci a pensare che lei abbia avuto un'esperienza diretta con la pittura o che abbia perlomeno amato un artista. Venezia, tanto amata e odiata da Tintoretto, fa da sfondo all'intera vicenda e viene descritto anche il periodo più buio quando nel 1575-1577 la peste nera mise in ginocchio la Serenissima decimando la popolazione.

sabato 25 giugno 2011

Claude Monet a Giverny

fotografo anonimo, 1920 circa

Il fotografo è anonimo, lo scatto risale al 1920 circa. Il signore sul ponte è Claude Monet nel suo giardino a Giverny (Vernon), un paesino poco distante da Parigi. Nel 1890 Monet raggiunse finalmente un certo benessere economico e potè acquistare la casa dove da diversi anni già viveva in affitto con la sua famiglia; sarebbe divenuta il suo eden e creò il giardino più singolare di quel tempo, con piante rare di cui esistevano pochi esemplari in Europa. Non fu facile per lui operare in mezzo alla diffidenza degli abitanti del luogo che tentarono di ostacolarlo temendo persino che le piante esotiche potessero avvelenare l'acqua.
Anche i contadini gli furono ostili e quando lo vedevano attraversare i campi per dirigersi verso i pioppi o i covoni che rappresentavano i suoi soggetti preferiti, gli imposero di pagare il pedaggio.
Al suo rifiuto, tagliarono addirittura i pioppi. E così preferì il paradiso che si era creato e dove si ritirò gli ultimi trent'anni della sua vita, dipingendo sempre gli stessi amati soggetti a tutte le ore del giorno per coglierne le diverse sfumature.
Si alzava presto la mattina e lavorava contemporaneamente ad una dozzina di tele che doveva assolutamente ultimare all'aperto evitando di rinchiudersi nello studio. Il giardino e la luce erano la sua linfa vitale e quando pioveva si ritirava a letto. Fu angosciante per lui affrontare gli ultimi anni soffrendo di un graduale abbassamento della vista in parte risolto dopo un'operazione. Non amava premi e onori e ancor meno accettava l'orda di ammiratori che volevano raggiungere Giverny per conoscerlo. Lavorò fino alla fine alternando momenti di  intensa attività a momenti di profonda depressione.
Claude Monet  (Parigi, 1840;  Parigi, 1926)

Claude Monet "Lo stagno delle ninfee" (1899) foto di Giunti 

mercoledì 22 giugno 2011

Patrizia Biaducci diartedialogando





Cari amici  "diartedialogando", io dipingo e mi occupo di arte e informazione liberamente tratta da argomenti, notizie e curiosità di dominio pubblico. I testi e le immagini di questo sito sono inerenti a ricerche effettuate personalmente e redatte ponendo attenzione a non violare in alcun modo le norme vigenti in Italia sul diritto d'autore citando sempre se necessario le fonti, nel rispetto dell'art. 70 della Legge 22 aprile 1941 n. 633.
Formazione: Centro Internazionale della Grafica di Venezia - antiche tecniche di Incisione -
                   Triennio di Scuola Libera del Nudo - Accademia delle Belle Arti di Venezia
                                                           
Patrizia Biaducci è nata a Treviso. Apprende
la tecnica pittorica grazie ad una salda tradizione familiare di
pittori e intensifica la sua formazione artistica frequentando la
Scuola Libera del Nudo all'Accademia di Belle Arti di Venezia.
Sperimenta le antiche tecniche dell' incisione presso il Centro
lntemazionale della Grafica (VE) sotto la guida di Nicola Sene.
Elabora lungamente la sua pittura approfondendo una ricerca
quasi esclusiva intorno al tema dell'albero che diventa pretesto
attraverso il quale sperimenta il rapporto tra segno e colore, tra
gesto e superficie.
Collabora ad una serie d' iniziative culturali realizzando corsi di
pittura, rassegne a tema e un laboratorio tra giovani artisti. Dal
1999 partecipa attivamente alle iniziative dell' Associazione Artisti
Trevigiani che organizza manifestazioni culturali in collaborazione
con lstituzioni ed Enti Locali. Numerose le esposizioni collettive
presso fondazioni e musei e le personali in spazi pubblici e
gallerie. Partecipa a concorsi e rassegne ottenendo premi e
menzioni speciali. Nel 2001, alla Xlll Biennale d'Arte di
Trevignano TV, vince il Premio Assoluto per la "Sezione olio e
tecniche miste". Realizza anche grafica e illustrazioni per diverse
tipologie di libri e riviste e in particolare libri d’artista.
Sue opere sono presenti in Italia e, all’estero: Stati Uniti, Australia, Austria, Vancouver

Per info: patriziabiaducci@hotmail.it