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martedì 22 maggio 2012

Antinoo, il fascino della bellezza


particolare di busto in marmo di Antinoo (immagine dal web)

"Antinoo, il fascino della bellezza" è il titolo della mostra che si svolge a Tivoli (Roma) a Villa Adriana dal 5 aprile al 4 novembre 2012.  E' l'occasione per proporvi una lettura che spiega fino in fondo com'è nato il mito di Antinoo in un raffinato racconto tra storia e romanzo, "Memorie di Adriano" di Marguerite Yourcenar. (Edito da Einaudi dal 1963)
"Se quest'uomo non avesse conservato la pace nel mondo e rinnovato l'economia dell'impero, le sue gioie, le sue sventure m'interesserebbero meno", così afferma la scrittrice in "Taccuini di appunti" (sulle ultime pagine del libro), per spiegare quale motivo l'ha spinta a ripercorrere la vita dell'imperatore Adriano (76 -138 d.c.) e il suo incontro con il ragazzo bitino di nome Antinoo che fu suo favorito dal 124 al 130 d.c., anno della sua morte nelle acque del Nilo. L'ipotesi più probabile giunta da testimonianze del tempo racconta che il ragazzo ventenne si sarebbe suicidato per offrirsi in sacrificio agli dei perchè secondo una superstizione, così avrebbe prolungato la vita del suo amato imperatore, allora cinquantatreenne.
Dopo la morte di Antinoo, l'imperatore Adriano cadde nello sconforto più profondo e il suo dolore si trasformò in un'ossessione e per circondarsi della memoria del ragazzo e rivederlo ovunque, quasi volesse resuscitarlo, ordinò statue, busti, bassorilievi a migliaia e fece stampare il suo volto anche sulle monete. E nel medio Egitto fondò una città in suo onore, Antinopoli.
"I ritratti di Antinoo: ce n'è molti.[...], sono tutti sconvolgenti per il realismo incredibile della figura, sempre riconoscibile al primo sguardo e tuttavia interpretata in tanti modi, per questo esempio, unico nell'antichità, di sopravvivenza, di moltiplicazione nella pietra d'un volto che non era quello di un uomo di stato o d'un filosofo, ma che fu, semplicemente, amato". M. Yourcenar (1903-1987)

partcolare del busto dell'imperatore Adriano (foto dal web)


martedì 8 maggio 2012

La pioggia nel pineto

gif by Easy please me
Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti,
di fiori accolti,
sui ginepri folti
di coccole aulenti,
piove sui nostri volti...(breve citazione della poesia) di Gabriele d' Annunzio
         

        

giovedì 3 maggio 2012

Quando gli artisti erano romantici


Rodin e "Il pensatore" (1902)   clicca per ingrandire
foto di Edward Steichen by Artist and Studio by missfolly

Dopo aver dedicato un paio di post a Camille e Rodin, vedo che le parole chiave di ricerca sono sempre le stesse: "artisti citati in Midnight in Paris" (il film di Woody Allen del 2011), oppure "Rodin vita privata" o ancora "Camille e Rodin"...non solo la curiosità ha risvegliato l'interesse del resto mai interrotto per certi artisti del passato ma soprattutto le nuove generazioni evidentemente, si sono appassionate (sempre grazie al film di Woody Allen) e hanno scoperto personaggi e vicende romantiche che non conoscevano. Non è che a scuola si approfondisca sempre lo studio dell'arte fino a perlustrare l'intimità degli artisti; eppure è anche la molla giusta per sollecitare la curiosità e di conseguenza il desiderio di visitare gallerie e musei. Ad esempio, visitando Parigi, l'atmosfera è ancora intrisa di nostalgia degli impressionisti anche se molto è dovuto a scopo turistico e la visita a Montmartre è inclusa nel pacchetto; ma il mito è ancora forte e rimane una meta imperdibile. E visitare il Museo dell' Orangerie con le ninfee di Monet o il Museo Rodin entrambi in centro a Parigi, suscita sempre un'intensa emozione; nessun artista attualmente in voga è in grado di giungere così diritto al cuore.
Gli "artisti" più citati di questi ultimi anni, soprattutto quelli che usano gli animali e che gli animalisti denunciano (Hirst, Cattelan, Fabre e i loro prosèliti) messaggeri di morte, rappresentano la negazione del concetto di arte. Oltretutto avvalorano certe teorie lombrosiane sui caratteri degenerativi, che andrebbero rispolverate...fateci caso quando vi capita di vederli.

Un pittore a Montmartre, Parigi (1946)
foto di Edward Clark by Artist and Studio