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venerdì 30 dicembre 2011

Buon 2012 !




Patrizia Biaducci, "CUORI", illustrazione per edizione MONOTIPI (2011), gouache e tempera oro su carta 

venerdì 23 dicembre 2011

AUGURI





Patrizia Biaducci, "CUORI", illustrazione per edizione MONOTIPI (2011), gouache e tempera oro su carta

giovedì 15 dicembre 2011

Midnight in Paris...a proposito di Camille e Rodin

Auguste Rodin, (1840-1917), "Il pensatore"    Parigi, Musèe Rodin 
In questi giorni si parla del film che Woody Allen ha dedicato a Parigi e sta spopolando; io trovo che sia un'allegra commedia ma il pubblico lo apprezza molto di più. Comunque fa  piacere che siano citati scrittori e artisti che amiamo: Hemingway, Fitzgerald, i pittori degli anni venti, Modigliani; è presente anche Picasso che s'intrattiene nel salotto di Gertrude Stein. Ma si svolge una scena sotto la statua del Pensatore di Rodin in cui il dialogo tra gli attori pone il dubbio su chi fosse l'amante di Rodin: Camille o Rose? Non è detto che tutti conoscano la vicenda: Camille Claudel, amante di Auguste Rodin impazzì per amore e visse trent'anni della sua vita in manicomio finchè morì.  Aveva conosciuto Rodin nel 1884 quando aveva diciannove anni e lui ventiquattro di più. Fu sua allieva a Parigi e lui riconobbe subito che era geniale e fu passione travolgente e affinità artistiche fino a non distinguere più chi dei due fosse l'ispiratore; chi diceva che lei assorbisse da lui, chi diceva che lui trasformasse i bozzetti di lei in grandi sculture attribuendosi tutti i meriti. Di fatto Rodin che perseguiva uno stile michelangiolesco, si modificò contagiato dall'audacia di Camille che gl' ispirò le sculture più sensuali. Entrambi narcisisti, vissero una relazione sofferta tra amore e rivalità. Rodin non lasciò mai Rose Beuret  (la sposò l'ultimo anno, prima di morire) e Camille, amareggiata e delusa, cominciò ad isolarsi e dal 1913 non scolpì mai più, anzi distrusse parte delle opere che aveva realizzato.
Quando Camille realizzò "L' age mur", tradotto "L'età di mezzo" (in foto), segnò la sua separazione da Rodin dopo una relazione durata circa dieci anni. E' evidente che la ragazza in ginocchio, nuda e implorante è lei stessa mentre la "vecchia" che trascina via l'uomo ha le sembianze di Rose Beuret. Nel 1899 fu esposta per la prima volta al Salon ma lo stesso Rodin la osteggiò per l'esplicito riferimento alla sua vita privata. Ora è esposta in una sala del Musèe Rodin insieme ad altre sculture di Camille, per volere di Rodin stesso che prima di morire lasciò questa disposizione.                                                                              
Camille a 19 anni
"L'Age Mur" di Camille Claudel 1864-1943, Musèe Rodin

domenica 4 dicembre 2011

"Delle varietà delle figure"


"Il pittore deve cercare d' essere universale, perchè gli manca assai dignità se fa una cosa bene e
l' altra male: come molti che solo studiano nel nudo misurato e proporzionato, e non ricercano la sua varietà; perchè può un uomo esser corto o lungo e sottile o mediocre, chi di questa varietà non tien conto fa sempre le sue figure in stampa, che pare sieno tutte sorelle, la qual cosa merita grande riprensione."
Paragrafo 75, pag. 66 del TRATTATO della PITTURA di Leonardo Da Vinci edito da Acquarelli Saggi di Giunti (1997) a cura di Mimma Dotti Castelli.
Il titolo induce a pensare che si tratti di un pesante "tomo", invece è una lettura piacevole che tuttora può interessare sia gli addetti che gli appassionati di Leonardo. Non manca nessun riferimento che si tratti di pittura, scultura e connessioni tra arte e poesia. Comprende un' infinità di consigli didattici e informazioni che soddisfano la curiosità del lettore agevolato da un testo snellito dagli appunti originali che sarebbero piuttosto "ostici". E' stato un allievo, probabilmente Francesco Melzi, a raccogliere la trascrizione dei taccuini con gli schizzi vinciani circa trent'anni dopo la morte di Leonardo Da Vinci (Firenze 1452 - Amboise 1519).

martedì 29 novembre 2011

STURM UND DRANG !



                                                   una tavolozza (di patrizia biaducci)

"Sturm und Drang", letteralmente "tempesta e assalto" o "sconvolgimento e impeto"; comunque sia fu il movimento letterario che esaltò concetti come "cuore", "genio", "natura", "spontaneità" in contrapposizione alle convenzioni della borghesia e in polemica con razionalismo e classicismo. La natura è vissuta come fonte del sublime e l'arte nasce dalle forze istintive dell'individuo disobbedendo a canoni e regole per obbedire soltanto alla forza smisurata dei sentimenti.
Lo Sturm und Drang proclamò la concezione anarchica della poesia: nato dall'omonimo dramma di F.M. Klinger nel 1777, rappresentò il movimento ideologico sviluppatosi in Germania tra il 1770 e il 1785 e interessò le forze più vive della cultura tedesca come Herder, Hamann, Schiller nonchè Goethe ma l'inglese Shakespeare circa duecento anni prima, fu il modello insuperabile.
Lo Sturm und Drang ebbe una notevole importanza storica: segnò la crisi del Neoclassicismo e gettò le premesse delle teorizzazioni del Romanticismo. L'individualismo e il titanismo spingono l'eroe dello Sturm und Drang a battersi fino in fondo anche quando sa che alla fine potrebbe attenderlo la sconfitta.
approfondimento su: www.parodos.it


domenica 27 novembre 2011

A casa di Peggy Guggenheim

Il salotto del Peggy Guggenheim Museum, Dorsoduro 701, Venezia
La Collezione Peggy Guggenheim ha il sapore delle cose preziose mescolate alla quotidianità; le opere della "permanente", capolavori del Cubismo, Futurismo, Surrealismo ed Espressionismo astratto, ci introducono nelle sale che si affacciano sul Canal Grande, ora dal salotto con le scatole di Joseph Cornell (in foto), ora dalla camera con la testiera del letto in argento realizzata da Calder...ormai sono visioni che appartengono alla memoria storica di ognuno. Uno sguardo al giardino delle sculture (con opere di Alberto Giacometti), dov' è sepolta Peggy Guggenheim accanto ai suoi 8 cagnolini e c' è anche l'albero dei desideri: si può appendere un biglietto con scritto il nostro messaggio segreto. Attualmente è in corso anche la mostra temporanea dal titolo "TEMI E VARIAZIONI" del curatore Luca Massimo Barbero, fino al 1° gennaio 2012: capolavori appartenenti alle avanguardie del primo novecento di Picasso, Carlo Carrà, Marc Tobey e altri, sfilano accanto alle opere di Gastone Novelli (1925 - 1968), protagonista dell'arte italiana degli anni cinquanta e sessanta. Scomparso prematuramente, lascia una testimonianza del suo rapporto con Venezia attraverso una sorta di scrittura poetica impressa in grandi tele e piccoli soggetti astratti dove prevale sempre il segno tra parole e colori di un chiaro equilibrio. Venezia fu per lui una costante fonte d'ispirazione e nel 1968 gli fu dedicata una sala alla Biennale d' Arte.   info@guggenheim-venice.it     www.guggenheim-venice.it    tel. +39 041 2405411

Gastone Novelli, tecnica mista su tela

domenica 20 novembre 2011

Uno sguardo all' Accademia delle Belle Arti di Venezia

Vista dalle Zattere (scatto da cellulare)
Così si presentava Venezia la scorsa settimana e dalle Zattere fino a Punta della Dogana l'acqua rifletteva la luce abbagliante del sole sui palazzi lungo tutta la riva, imbiancati e freschi di ristrutturazione. L' Accademia delle Belle Arti già da qualche anno ormai ha aperto il suo nuovo ingresso nella cinquecentesca sede dell' ex ospedale degl' Incurabili con accesso dalle Zattere; 10.000 metri quadrati distribuiti intorno al chiostro mentre dalla parte opposta le Gallerie della storica  Accademia hanno completato il lungo restauro e l'ampliamento strutturale.
Chi si avventura tra i corridoi dell' Accademia scopre un mondo "altro" in cui è straordinario vedere il talento e le potenzialità che gli studenti manifestano in ogni espressione artistica. Passando difronte alle aule è facile imbattersi in opere accatastate alla rinfusa tra cavalletti e tele sparse ovunque e ad uno sguardo attento è evidente che sono creazioni davvero singolari che possono competere con le opere di artisti affermati. I corridoi dell' Accademia fungono da galleria espositiva e i ragazzi che sperimentano giornalmente tecniche alternative e metodologie mescolate tra passato e presente, offrono allo spettatore spunti interessanti e ovviamente innovativi. In un clima come quello attuale che non favorisce i giovani, almeno in occasione della 54a Biennale di Venezia, l'eccessivo Sgarbi qualcosa ha fatto per gli studenti delle Accademie: in collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione ne sono stati selezionati 200 provenienti dalle venti Accademie d' Italia e le loro opere sono esposte alle "Tese di San Cristoforo", Padiglione Accademie (difronte all' Arsenale), fino al 27 novembre 2011. 

sabato 12 novembre 2011

Klimt, oro e seduzione

Fondatore nonchè primo presidente della Secessione Viennese sorta nel 1897, Gustav Klimt fu uno spirito autenticamente combattivo. La rivista stampata e illustrata intitolata "Ver Sacrum", organo della Secessione, nel 1898 uscì con una decorazione grafica che conteneva questa iscrizione: "La verità è fuoco e dire la verità significa illuminare ed ardere - Nuda Veritas". E così tutta la sua vita, pubblica e privata, fu pienamente fedele a questo concetto e sempre all'insegna di un incondizionato rifiuto del banale e del quotidiano.
I capolavori del suo "periodo d'oro" legarono il suo stile alla duplice natura di "simbolista" e di "pittore dell'Art Nouveau". Nessuno, compresi gli artisti medioevali, riuscì ad adoperare il colore oro all'interno di ritratti e paesaggi alla maniera di Klimt. Vorrei evidenziare il dipinto della foto, "Pesci d'oro", perchè rappresenta una forma di protesta e inizialmente doveva intitolarsi  "Ai miei critici". Non a caso infatti la "sirena" mostra le spalle contro tutti coloro che impedirono a Klimt di portare a termine i pannelli per l'Università di Vienna nel 1900. Fu puntualmente accusato di oscenità ma in occasione dei pannelli appunto, fu visto anche come un rivoluzionario perchè mise in discussione la filosofia positivista del momento. Oltre ai nudi di un'accentuata tridimensionalità, introdusse il tema dell'inspiegabile natura dell'intelletto umano, misteriosa e inaccessibile. Questa teoria ben rappresentata in una vorticosa raffigurazione della nascita, vita e morte dell'individuo, provocò violente proteste negli ambienti conservatori che non ammettevano misteri e incertezze a sovvertire i valori dell' "ordine" in materia di politica artistica.
I pannelli rifiutati (Medicina, Filosofia e Giurisprudenza) andarono dispersi nel 1945 nell'incendio del castello Immendorf che li ospitava e ne esistono solo foto in bianco e nero. Gustav Klimt (Vienna 1862-1918)

martedì 25 ottobre 2011

Trent' anni di passione

Trent'anni di Associazione Artisti Trevigiani: fondata nel 1981 dal pittore Ciro Zanetti insieme ad un gruppo di amici, oggi conta circa cento iscritti che operano nel campo della pittura, scultura, grafica e fotografia. Numerose le rassegne d'arte che negli anni hanno visto accomunati artisti professionisti ed "emergenti" guidati da un Direttivo che con determinazione persegue obiettivi rilevanti per la divulgazione dell'arte. Le celebrazioni per il trentennale vedono l'Associazione impegnata in una grande mostra che avrà inizio domenica 30 ottobre 2011 con inaugurazione alle ore 10,30 presso la Galleria Civica "Casa Rossa" (p.za Tobagi, S.Biagio di Callalta - TV - fino al 13 novembre), presenta Samantha Cipolla.
Per l'occasione lo scultore Simon Benetton, socio onorario, sarà presente con un'opera inedita in acciaio e critallo e presiederà la conferenza dal titolo: "Nel pensiero creativo dell'arte" che si svolgerà domenica 6 novembre alle ore 16.30 nella stessa sede espositiva. Chiuderà la mostra, la corale "Morice Ravel", domenica 13 novembre alle ore 16.00, con un intrattenimento musicale dal titolo: "Immagini sonore dal rinascimento ai giorni nostri", diretta da Pier Giusto Zambon.

giovedì 13 ottobre 2011

Romantico, malinconico Friedrich

Caspar David Friedrich  (Greifswald 1774-Dresda 1840)  
particolare di "Monaco in riva al mare" 1808


"Chiudi il tuo occhio fisico, al fine di vedere il tuo quadro con l'occhio dello spirito. Poi dai alla luce ciò che  hai visto durante la notte, affinchè la tua visione agisca su altri esseri dall'esterno verso l'interno". Questo diceva Friedrich del suo modo d'intendere la pittura e questo più di tutti fu il dipinto che irritò Goethe il quale dalla stima passò alla dura critica: "Un'opera che si può guardare stando a testa in giù e con i piedi per aria", scrisse in un articolo del 1816. Secondo alcuni critici Friedrich aveva sovvertito la tradizione della pittura di paesaggio adottando un uso violento del chiaroscuro e un punto di vista privo di prospettiva caricando il paesaggio di simbolismi del tutto soggettivi. Va detto che le tragedie familiari che lo segnarono per tutta la vita, influirono anche sulla scelta di soggetti sempre densi di misticismo; un Romantico per eccellenza, spesso incline alla nostalgia e alla malinconia soprattutto per un senso di colpa che lo affliggeva fino a tentare il suicidio: all'età di tredici anni vide annegare il fratello dodicenne che morì per salvarlo quando pattinando sul fiume ghiacciato sprofondarono in una crepa. L'opera che irritò Goethe, ai limiti dell'astrazione, non mancò di influenzare artisti del Novecento come ad esempio Mark Rothko (Dvinsk, Russia 1903 - New York 1970) che ben centocinquant'anni dopo, con le sue composizioni a fasce orizzontali fu accostato alla pittura di Friedrich.
Mark Rothko, Marrone, blu, marrone su blu, 1953

venerdì 30 settembre 2011

"Adagio" di Mozart per Air France, così è Arte


                                 

Non può passare inosservato il nuovo spot di Air France e anche chi non è appassionato di musica classica non può non chiedersi a quale opera appartenga il brano di appena 60 secondi che è stato scelto ad arte. E' l' "Adagio" di Mozart e fa parte dell'opera: Concerto per piano n. 23 in A. Maggiore, K. 488 della durata totale di min. 6,24, composto nel 1786; il più celebre "adagio" di Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo 1756 - Vienna 1791). Per una volta anche i melomani più conservatori apprezzeranno l'omaggio che viene tributato a Mozart con la mirabile eleganza di questa sequenza pubblicitaria. La scena che Air France ha intitolato "L' Envol" è stata girata in Marocco (vicino a Quarzazate). I protagonisti ballano su 430 metri quadrati di specchi posati su una pedana di sostegno in legno e senza l'uso di effetti speciali; l' "Adagio" è stato eseguito direttamente dall' orchestra sinfonica "Les Siècles" durante la registrazione dello spot.
(Realizzazione e fotografia di Angelin Preljocaj e Stephan Fontaine).

mercoledì 14 settembre 2011

Quale arte in tempi di crisi?

pittura di Luigi Benedicenti, titolo "Domenica" (2010) foto tratta da artedossier
Cosa può rappresentare una pittura così fedele all'immagine da rasentare l'effetto fotografico? Anche se è una piacevole follia di virtuosismo, quale concetto di "metafisica" è riconducibile all'arte "iperreale"? In Italia, il fenomeno di questo realismo "cinico", assume i colori caldi che richiamano il Barocco perciò si differenzia dalla componente "pop" che si riscontra nell'iperrealismo statunitense, più freddo e meccanico. Comunque è strettamente legato ai dettami della moda e a parte il realismo esasperato dell'immagine che ho scelto, volevo collegarmi ad un altro fenomeno che la moda impone, cioè il "Manierismo" consumistico.
In ogni epoca, a partire dall'inizio del cinquecento, e sempre in tempi di profonda crisi economica e politica, si riconfigura in una forma nuova ma costantemente praticato da ogni espressione artistica. Il manierismo è ciclico.
Anche la continua reinterpretazione di stilemi classici è il principale indizio di una cultura di maniera (vedi Jan Fabre con la rivisitazione della Pietà di Michelangelo o Urs Fischer con la sua monumentale riproduzione in cera del "Ratto delle sabine" del Giambologna, foto sotto). Secondo alcuni analisti, la logica del capitalismo organizzata intorno al mercato, ai media e ad una società consumatrice che converte qualunque concetto e realtà in immagine e spettacolo, svilisce i valori della cultura e determina l'indebolimento dell'arte contemporanea. Finite le ideologie e sovvertiti i valori che per secoli avevano sostenuto la nostra cultura, c'è chi si è velocemente convertito all'orrore e al gioco della provocazione "a tutti i costi" (vedi Hirst, Cattelan, Fabre, e molti altri) e ci sono coloro che ancora confidano negli ideali di bellezza in attesa di un ennesimo mutamento storico.
P.S. L'opera di Urs Fischer non è più visibile poichè era stata creata come una gigantesca candela di cera e la fiamma l'ha già consumata insieme all'uomo di spalle, a grandezza naturale, anche lui di cera. Erano esposti all'Arsenale della 54 Biennale di Venezia 2011, Padiglione Svizzera. (foto tratta da Arte)

lunedì 5 settembre 2011

In attesa di Artemisia

Artemisia Gentileschi, Giuditta che decapita Oloferne (Roma 1612)

Dal 22 settembre 2011 fino al 29 gennaio 2012, Milano celebra  Artemisia Gentileschi con una mostra a Palazzo Reale dal titolo Artemisia Gentileschi "Storia di una passione". 
In attesa di vederla vi consiglio un romanzo biografico che vi avvicinerà con curiosità e interesse al personaggio per comprendere e amare le sue opere. Il libro con illustrazioni correlate, s'intitola "Artemisia" di Alexandra Lapierre, uscito nel 1999, edito da Mondadori. L'autrice ha impiegato cinque anni di ricerche in giro per il mondo sulle tracce di Artemisia e Orazio Gentileschi per realizzare questo romanzo che racconta il dramma e la passione di una donna che per imporsi infranse tutte le regole.
Nel 1611 Artemisia già s'imponeva come pittrice di raro talento incontrando però l'avversità del padre, il famoso pittore Orazio Gentileschi che voleva nascondere al mondo l'avvenenza 
e il genio della figlia. Un amico e collaboratore del padre, il pittore Agostino Tassi, violentò Artemisia quando lei aveva diciannove anni. Ci fu un processo per stupro, scandaloso per l'epoca. L'accusato fu condannato a otto mesi di carcere e Artemisia, pur uscendone vittoriosa, subì la tortura morale oltre che fisica. In seguito maturò un ossessivo interesse per il tema della Giuditta, una specie di vendetta contro la prepotenza maschile. L'opera sopra, Giuditta che decapita Oloferne,  riprende una composizione del Caravaggio la cui violenza espressiva ispirò per sempre lo stile di Artemisia e gli studiosi di questo dipinto credono di riconoscere nella testa mozzata, il volto del pittore Agostino Tassi. Nonostante la brutale esperienza personale, Artemisia conquistò fama e gloria e fu un raro esempio di indipendenza professionale femminile. 
Artemisia Gentileschi, Roma 1593 - Napoli 1653 

mercoledì 31 agosto 2011

Monotipi a olio su carta a mano




Patrizia Biaducci, tecnica mista su carta a mano, titolo: "Studio per paesaggio" 2011

Charles Baudelaire scrisse che il romanticismo è figlio del Nord e il Nord è colorista; i sogni e gli incantesimi sono creature delle brume. L' Inghilterra è la patria dei colori più accesi, le Fiandre e una metà della Francia, sono immerse nella nebbia; la stessa Venezia affonda nella laguna...i sogni profondi nel chiuso dello studio e l'occhio della fantasia, sperduto nei grigi orizzonti. (Tratto dal saggio: "Che cos'è il romanticismo" di Charles Baudelaire, Parigi 1821-1867).
L'immagine sopra è riservata. Per informazioni: patriziabiaducci@hotmail.it


Patrizia Biaducci, tecnica mista su carta a mano, titolo: "Studio per paesaggio 2" 2011


martedì 23 agosto 2011

Venezia, itinerari segreti

Patrizia Biaducci, olio su tavola 1999, titolo: "Venezia, palazzo" (particolare)

Non andateci quando fa caldo...meglio attendere settembre, ottobre o la primavera. E' un percorso fuori dai normali circuiti, si accede solo su prenotazione e al massimo venticinque persone per visita. Le stanze segrete sono situate nel sottotetto di Palazzo Ducale, rivestito di lastre in piombo che il sole scalda ulteriormente. Se ovviate a questo inconveniente, vi affascinerà scoprire dove si svolgevano le attività politiche e giuridiche (dal 1335 al 1797), sconosciute agli stessi veneziani, poichè la Serenissima doveva offrire solo la facciata migliore ai suoi cittadini. Attraverso porte mimetizzate nelle pareti di legno, accederete alle sale piccole e anguste dove operavano in segretezza i Consiglieri del Doge, custodi dei misteriosi intrighi relativi alle "Denunzie Segrete".
La sicurezza della Repubblica di Venezia e del suo Governo, dipendevano da questi organismi.
E lì si svolgevano i processi del Magistrato dei Tre inquisitori di Stato; bastava una dichiarazione anonima infilata in una delle "bocche per le denunce segrete" sparse in città, perchè qualcuno venisse arrestato, colpevole o innocente che fosse. C'è anche la sala delle torture che avvenivano nelle notti di luna piena perchè nessuno doveva sapere cosa accadeva, quindi nemmeno la vista di una candela doveva attirare l'attenzione da fuori...e vedrete le prigioni per i detenuti speciali denominate "i piombi" dove fu recluso Giacomo Casanova che la leggenda vuole sia fuggito nel 1756 passando dai tetti e poi, attraverso un abbaino, sia uscito tranquillamente da Palazzo Ducale senza destare sospetti. Ma le versioni della sua fuga sono almeno tre. (Casanova era alto 192 cm mentre i soffitti dei piombi hanno un'altezza massima di 170 cm; questo per la cronaca). Potrete poi attraversare il "Ponte dei sospiri" e vedere le altre prigioni, quelle denominate "i fossi", in fondo al palazzo, dove saliva la marea portando detriti e topi tra i prigionieri.
Particolare curioso: ai tempi della Serenissima, al massimo della sua espansione intorno al 1600, la facciata di Palazzo Ducale veniva lucidata con olio d'oliva una volta al mese previo il montaggio di un'apposita impalcatura. Così, i naviganti e gli stranieri che dal mare avvistavano Venezia, rimanevano abbagliati dallo splendore del palazzo simbolo della Serenissima, che nel medioevo era più simile ad un  fiabesco castello (prima che vari incendi ne modificassero l'aspetto).
Per informazioni, Palazzo Ducale, Itinerari Segreti 041-2715911

venerdì 19 agosto 2011

A casa di Monet


Il vialetto della casa di Monet a Giverny          io a casa di Monet

Se siete appassionati di Monet e se siete anche cultori di giardinaggio, non potete mancare una visita a Giverny, la casa di Claude Monet a circa sessanta chilometri da Parigi in un paesino che si chiama Vernon. Gli ultimi anni della sua vita dipinse i quadri raffiguranti le famose ninfee direttamente a casa sua, nel laghetto artificiale che creò deviando un piccolo fiume. Tutt'intorno realizzò il giardino che seguì personalmente coltivando varietà di piante e fiori che gli consentissero una fioritura presente tutto l'anno. Gli eredi hanno rispettato abbastanza il suo desiderio di lasciare il giardino così com'era, non troppo curato; preferiva che le piante crescessero un po' disordinatamente per poter dipingere i suoi soggetti secondo natura. La casa è romanticamente rosa, con lo studio contenente alcune copie delle opere più conosciute e in ogni stanza, orchidee in vaso. Annesso alla casa c'è un enorme shop di souvenirs e questo purtroppo è l'aspetto che si scontra con la bellezza del luogo. Comunque vi consiglio di visitare anche il Museo dell'Orangerie, in centro a Parigi dove, nella stanza elicoidale, potete vedere i "Paesaggi d'acqua" di Monet le cui cospicue misure occupano tutta la sala.

Claude Monet, olio su tela "Il viale della casa" (1901) foto di Taschen

giovedì 28 luglio 2011

TANCREDI "Un disperato entusiasmo per la pittura..."

Tancredi, 1958, ritratto di Nino Migliori                Senza Titolo 1953 
Una mostra da non perdere, Tancredi a Feltre fino al 28 agosto 2011, alla Galleria d'arte moderna Carlo Rizzarda, v. Paradiso, 8 (chiuso il lunedì)
"Un disperato entusiasmo per la pittura..."questa l'introduzione della mostra, la più esaustiva retrospettiva del pittore nato a Feltre nel 1927 e morto suicida gettandosi nel Tevere a Roma, a 37 anni. La sua vita frenetica, la sua attività breve e intensa, lo portarono ad un rapido successo culminato in seguito all'incontro con Peggy Guggenheim che diffuse le sue opere presso i grandi musei e collezionisti americani. Lei fece un'eccezione per lui: lo ospitò, fu l'unico artista europeo e il primo a vivere e lavorare a "contratto" presso la sua dimora di Venezia, Palazzo Venier dei Leoni (oggi Peggy Guggenheim Collection).  In quell'occasione ebbe modo di assimilare le nuove correnti degli artisti della collezione Guggenheim; Pollock e Kandinskij in particolare influenzarono la sua ricerca. La biografia di Tancredi oggi rivela aspetti importanti ed è ben documentata ma negli anni '50 le sue sperimentazioni interessarono soprattutto gli addetti ai lavori mentre dal pubblico fu spesso incompreso...gli accadimenti "romantici" segnano a volte irrimediabilmente la vita degli artisti più sensibili e Tancredi è stato associato a Van Gogh anche per aver sofferto come lui di problemi esistenziali oltre che per essersi suicidato alla sua stessa età. Dopo circa tre anni trascorsi nell'atelier in Palazzo Venier dei Leoni, la relazione con Peggy Guggenheim finì, causa la vicenda sentimentale fra Tancredi e la figlia di lei. La conseguente rottura fu forse la causa del declino...iniziarono i problemi economici per Tancredi, l'entusiasmo si spense, il suo già fragile equilibrio psicologico non ha retto, ci fu la malattia, poi il suicidio (3 anni dopo si suicidò anche la figlia della Guggenheim  ma non è detto che ci sia un nesso). La mostra di Feltre comprende 150 opere, alcune provenienti dai musei americani o da collezioni e difficilmente le rivedremo tutte insieme. Ho scoperto il ciclo delle opere intitolate: "A proposito di Venezia", tempere trasparenti e luminose e i guazzi con pastello (foto sopra), raffinati accostamenti di un equilibrio straordinario. C'è tanto colore dosato con delicatezza, un susseguirsi di immagini e arditi contrasti eppure lo sguardo scorre senza stancarsi mai.
C'è anche un'importante collezione permanente in questa bella galleria feltrina e affacciandosi ad ogni finestra il paesaggio delle Vette circostanti è splendido e poetico.
Chiudiamo in bellezza sorseggiando i vini di un banchetto allestito difronte all'antica Piazza Maggiore in un'atmosfera senza tempo tra personaggi in costume medievale di velluto rosso, paggi in calzamaglia e dame con lo strascico su cui sbadatamente inciampo. Chiedo "chi siete?"
"Siamo qui per annunciare il Palio che si terrà dal 5 al 7 agosto a Feltre con feste in tutte le piazze e naturalmente la corsa dei cavalli".

domenica 17 luglio 2011

Padiglione Italia...esserci o non esserci...

Padiglione Italia, Alessandro Gallo, Titolo: Metrò 2010 (scultura)
...questo è il problema, rubo una citazione, è che non potrebbe essere più azzeccata di così. Sì perchè prima di tutto va detto (per chi non lo sapesse), che un artista "sano" cioè consapevole delle proprie potenzialità e con una buona dose di ambizione mescolata ad un altrettanto sana presunzione, (che gusto c'è ad essere modesti se ogni tanto non ci si vanta? disse Oscar Wilde); insomma, qualunque artista che creda appassionatamente in quello che fa, spera almeno una volta nella vita di esporre alla Biennale di Venezia! E' sempre stato estremamente difficile accedervi e le modalità sono sempre state inspiegabilmente misteriose. Praticamente da mafia dell'arte. Quindi che vado cercando? Dovrei riconoscere a Sgarbi il merito di aver sovvertito il "sistema" proprio contro la rigida selettività che ha contraddistinto i precedenti curatori. E' che ho finalmente visto il Padiglione Italia, quello che ha sollevato un mare di polemiche perchè Sgarbi ha chiesto ad un folto numero di intellettuali di prestigio internazionale, di segnalare ciascuno un artista ritenuto meritevole (circa 270 artisti sono stati segnalati da 200 intellettuali). OK, che gesto democratico e generoso! Questo ha permesso ad artisti eccellenti (quando la scelta è stata appropriata) di prendersi quasi una rivincita sul ristretto mondo dell'arte che da sempre privilegia pochi a scapito di moltissimi. Ma ci sono anche un mucchio di croste! perchè in molti casi l'intellettuale ha segnalato l'amico artista e non è vero che poi c'è stato un "filtro", macchè, sono tutti lì in mostra, maestri e dilettanti e l'allestimento è quantomai inadeguato, sembra una babele, un mercatino parrocchiale, una scenografia felliniana, no, sembra un circo. Centinaia e centinaia di quadri, sculture, installazioni, foto, appesi dall'alto vertiginoso (neanche si vedono) al basso più buio, oppure appoggiati ad una specie di libreria formata da semicerchi dove si vede anche il retro degli altri quadri), una specie di Salon dove ha la meglio quello con l'opera più grande (mossa giustissima peraltro), dove le dimensioni ridotte scompaiono, tutti mescolati, affastellati, dove c'è il meglio dell'arte contemporanea e dove non c'è limite al peggio. Eppure come dice un mio amico pittore: MEGLIO ESSERCI CHE NON ESSERCI

lunedì 4 luglio 2011

Anselm Kiefer, Emilio Vedova, Anish Kapoor, e...

Anish Kapoor "Ascension"       Palazzo Ducale  (la pubblicità invasiva) foto di Artedossier






                                                                            




Prima tappa alla Chiesa della Salute (linea 1); cinque minuti a piedi e siamo già in Fondamenta Delle Zattere, direzione, Magazzini del Sale: c' è lo Studio di Emilio Vedova..."In continuum" è il titolo della mostra; allestimento spartano, quadri appoggiati in doppia, tripla fila, e anche sul pavimento come in uno studio vero. Subito dopo entriamo nel Padiglione dell' Arabia Saudita (evento collaterale che partecipa alla Biennale per la prima volta); entrata libera, sempre lungo i Magazzini del Sale. Un volo di 200 uccelli bianchi ci attira , è un'installazione sospesa all'entrata, bella mostra, tanti stili, quasi un riassunto di tutte le tendenze contemporanee.   E arriviamo ad Anselm Kiefer (ospitato alla Fondazione Vedova), "Salt of the Earth" è il titolo della mostra.  Artista neoespressionista, in passato ha indagato temi importanti come l'Olocausto; vasta la gamma dei materiali che impiega per realizzare le sue opere. Costo del biglietto euro 10, mi pare un po' caro...
Proseguiamo sempre lungo Fondamenta delle Zattere e saliamo sul vaporetto per l'Isola di San Giorgio. Volevamo vedere l'installazione di Anish Kapoor, "Ascension" (foto sopra) collocata nella Basilica di San Giorgio ma a causa di un guasto tecnico l'abbiamo vista solo in fotografia, che peccato!   Perfortuna ci siamo consolati con altre due mostre (entrata libera) presenti nell' Isola di San Giorgio.  La prima, "Penelope's", è una rassegna di enormi arazzi realizzati con sofisticatissimi telai; gli artisti, alcuni molto giovani, si sono cimentati nei soggetti più sorprendenti: volti, cieli, pavimenti simulati che devi toccare con mano per sentire che sono trame di fili. E la seconda mostra, "REAL TIME" ha un nobile intento: raccogliere fondi per Venezia, per proteggerla dal deterioramento e dall'eccessivo sfruttamento. 14 fotografi hanno realizzato scatti di Venezia come appare oggi: ad esempio Palazzo Ducale (foto sopra) con gli enormi pannelli pubblicitari delle sponsorizzazioni (utili per finanziare i restauri, OK! ma invasivi allo stesso tempo!) E poi c'è la Venezia romantica, i ritratti di alcuni veneziani che sembrano dipinti. E adesso? E' ancora presto, salutiamo San Giorgio e prendiamo l'unico vaporetto che ferma solo a San Zaccaria...andiamo in chiesa e...che bel tuffo nel passato dopo tanta arte contemporanea;  hanno restaurato la "Cappella d'oro", annessa alla chiesa di San Zaccaria, il soffitto era crollato ed era chiusa da quasi cento anni. Si accede dalla sacrestia e non perdete la cripta immersa nell'acqua.
Torniamo alla stazione a piedi e durante il tragitto incontriamo altre mostre ma abbiamo già visto "più di quanto occhio umano possa sopportare in un solo giorno". Alla prossima, ciao!

mercoledì 29 giugno 2011

Tintoretto, se lo leggi t'innamori

                       

Tintoretto, particolare dell'Annunciazione conservato alla Scuola Grande di S.Rocco, Venezia

Tintoretto quest'anno occupa una posizione di riguardo grazie alla curatrice della Biennale di Venezia, Bice Curiger, che proprio a lui ha dedicato l'apertura dell'esposizione perchè i visitatori focalizzassero il tema portante cioè: ILLUMINAZIONI. Così è intitolata la 54a Biennale di Venezia. Sono tre le opere esposte di Jacopo Robusti detto Tintoretto (Venezia 1518-1594) e, cosa buona e giusta, la Biennale si farà anche carico di restaurare i tre dipinti per ringraziare la Soprintendenza veneziana che li ha concessi in prestito. 
Nel 2008 Melania G. Mazzucco ha scritto "La lunga attesa dell'angelo" edito da Rizzoli, in cui descrive Tintoretto, la sua vita, i suoi sentimenti (in questo caso la sua vicenda affettiva profonda e sofferta nei confronti dell'illeggittima figlia Marietta, pittrice anche lei). Ma ciò che vi colpirà leggendo questo libro, tra storia e romanzo, è quanto sia stata capace l'autrice di descrivere la vita dell'artista nella maniera più introspettiva possibile: gioie, frustrazioni, amori, ambizioni, disagio esistenziale. E con dovizia di particolari anche quando descrive il suo stile, la sua tecnica pittorica tanto da indurci a pensare che lei abbia avuto un'esperienza diretta con la pittura o che abbia perlomeno amato un artista. Venezia, tanto amata e odiata da Tintoretto, fa da sfondo all'intera vicenda e viene descritto anche il periodo più buio quando nel 1575-1577 la peste nera mise in ginocchio la Serenissima decimando la popolazione.

sabato 25 giugno 2011

Claude Monet a Giverny

fotografo anonimo, 1920 circa

Il fotografo è anonimo, lo scatto risale al 1920 circa. Il signore sul ponte è Claude Monet nel suo giardino a Giverny (Vernon), un paesino poco distante da Parigi. Nel 1890 Monet raggiunse finalmente un certo benessere economico e potè acquistare la casa dove da diversi anni già viveva in affitto con la sua famiglia; sarebbe divenuta il suo eden e creò il giardino più singolare di quel tempo, con piante rare di cui esistevano pochi esemplari in Europa. Non fu facile per lui operare in mezzo alla diffidenza degli abitanti del luogo che tentarono di ostacolarlo temendo persino che le piante esotiche potessero avvelenare l'acqua.
Anche i contadini gli furono ostili e quando lo vedevano attraversare i campi per dirigersi verso i pioppi o i covoni che rappresentavano i suoi soggetti preferiti, gli imposero di pagare il pedaggio.
Al suo rifiuto, tagliarono addirittura i pioppi. E così preferì il paradiso che si era creato e dove si ritirò gli ultimi trent'anni della sua vita, dipingendo sempre gli stessi amati soggetti a tutte le ore del giorno per coglierne le diverse sfumature.
Si alzava presto la mattina e lavorava contemporaneamente ad una dozzina di tele che doveva assolutamente ultimare all'aperto evitando di rinchiudersi nello studio. Il giardino e la luce erano la sua linfa vitale e quando pioveva si ritirava a letto. Fu angosciante per lui affrontare gli ultimi anni soffrendo di un graduale abbassamento della vista in parte risolto dopo un'operazione. Non amava premi e onori e ancor meno accettava l'orda di ammiratori che volevano raggiungere Giverny per conoscerlo. Lavorò fino alla fine alternando momenti di  intensa attività a momenti di profonda depressione.
Claude Monet  (Parigi, 1840;  Parigi, 1926)

Claude Monet "Lo stagno delle ninfee" (1899) foto di Giunti 

mercoledì 22 giugno 2011

Patrizia Biaducci diartedialogando





Cari amici  "diartedialogando", io dipingo e mi occupo di arte e informazione liberamente tratta da argomenti, notizie e curiosità di dominio pubblico. I testi e le immagini di questo sito sono inerenti a ricerche effettuate personalmente e redatte ponendo attenzione a non violare in alcun modo le norme vigenti in Italia sul diritto d'autore citando sempre se necessario le fonti, nel rispetto dell'art. 70 della Legge 22 aprile 1941 n. 633.
Formazione: Centro Internazionale della Grafica di Venezia - antiche tecniche di Incisione -
                   Triennio di Scuola Libera del Nudo - Accademia delle Belle Arti di Venezia
                                                           
Patrizia Biaducci è nata a Treviso. Apprende
la tecnica pittorica grazie ad una salda tradizione familiare di
pittori e intensifica la sua formazione artistica frequentando la
Scuola Libera del Nudo all'Accademia di Belle Arti di Venezia.
Sperimenta le antiche tecniche dell' incisione presso il Centro
lntemazionale della Grafica (VE) sotto la guida di Nicola Sene.
Elabora lungamente la sua pittura approfondendo una ricerca
quasi esclusiva intorno al tema dell'albero che diventa pretesto
attraverso il quale sperimenta il rapporto tra segno e colore, tra
gesto e superficie.
Collabora ad una serie d' iniziative culturali realizzando corsi di
pittura, rassegne a tema e un laboratorio tra giovani artisti. Dal
1999 partecipa attivamente alle iniziative dell' Associazione Artisti
Trevigiani che organizza manifestazioni culturali in collaborazione
con lstituzioni ed Enti Locali. Numerose le esposizioni collettive
presso fondazioni e musei e le personali in spazi pubblici e
gallerie. Partecipa a concorsi e rassegne ottenendo premi e
menzioni speciali. Nel 2001, alla Xlll Biennale d'Arte di
Trevignano TV, vince il Premio Assoluto per la "Sezione olio e
tecniche miste". Realizza anche grafica e illustrazioni per diverse
tipologie di libri e riviste e in particolare libri d’artista.
Sue opere sono presenti in Italia e, all’estero: Stati Uniti, Australia, Austria, Vancouver

Per info: patriziabiaducci@hotmail.it