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giovedì 22 novembre 2012

Gian Lorenzo Bernini, l'eternità dell'attimo fuggente...



Gian Lorenzo Bernini, Ratto di Proserpina 1621-1622, marmo h. cm 255, Roma, Galleria Borghese
foto by conflictingheart by mytapas
Così coglieva l'attimo per fissarlo scolpendo il marmo fino al limite delle possibilità. Comunicava il sentimento, la seduzione e la forza esprimendoli in una realtà più vera del vero che stupisce ancor oggi lo spettatore che non può far altro che contemplare con un vago senso di disagio.
Gian Lorenzo Bernini (Napoli 1598 - Roma 1680) fu lo scultore e architetto più ammirato dopo Michelangelo e fu protagonista del linguaggio figurativo che dominò l'intera Europa per quasi due secoli: il Barocco. Straordinario e stupefacente nella sua ricchezza formale, lo stile di Bernini conquistò ricchi committenti come il cardinal Scipione Borghese che ordinò "Il ratto di Proserpina" quando lo scultore aveva solo ventiquattro anni. Lavorò anche alla corte del Re Sole, Luigi XIV e fu ingaggiato da illustri esponenti del mondo politico ed ecclesiastico. Figlio di Pietro Bernini, importante scultore fiorentino dell'ultimo Manierismo, Gian Lorenzo iniziò l'apprendimento presso il padre all'età di sei anni e con lui lavorò ai cantieri di Papa Paolo V a Roma già dall'età di nove anni.
Il mito di Proserpina, figlia della dea Cerere: "Plutone, dio degli inferi, stanco delle tenebre del suo regno, decise un giorno di affiorare alla luce e vedere un po' questo mondo...Dopo un lungo e faticoso cammino emerse infine su una pianura bellissima [...] Ad un tratto, volgendo lo sguardo, scorse in un prato un gruppo di fanciulle che coglievano fiori con movenze leggere, fiori tra i fiori". (tra loro Proserpina) " [Plutone] si precipitò verso di lei che, scortolo, così nero e gigantesco, con quegli occhi di fuoco e le mani protese ad artigliarla, fu colta dal terrore e fuggì [...] Il dio dell'Ade, in due falcate le fu addosso e l'abbracciò voracemente e via col dolce peso; [...] Dal racconto del celebre poeta Claudiano.
Secondo la leggenda, Cerere, madre di Proserpina, folle di dolore, chiese aiuto a Giove che impose a Plutone di restituire la fanciulla. Egli accettò ma ad una condizione: Proserpina potè ritornare in superficie a patto che trascorresse sei mesi all'anno ancora con Plutone. E così gli altri sei mesi dell'anno Cerere faceva calare il freddo e il gelo che ogni anno con il ritorno della figlia lasciava il posto al risveglio della natura alternando così le stagioni.
Fonte di studi: G. L. Bernini a cura di Tomaso Montanari-Grandi Scultori, Gruppo editoriale l'Espresso 2004. Wikipedia - Proserpina

Ratto di Proserpina visto difronte. Foto tratta da Grandi Scultori
 del gruppo editoriale l'Espresso 2004 

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