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giovedì 13 ottobre 2011

Romantico, malinconico Friedrich

Caspar David Friedrich  (Greifswald 1774-Dresda 1840)  
particolare di "Monaco in riva al mare" 1808


"Chiudi il tuo occhio fisico, al fine di vedere il tuo quadro con l'occhio dello spirito. Poi dai alla luce ciò che  hai visto durante la notte, affinchè la tua visione agisca su altri esseri dall'esterno verso l'interno". Questo diceva Friedrich del suo modo d'intendere la pittura e questo più di tutti fu il dipinto che irritò Goethe il quale dalla stima passò alla dura critica: "Un'opera che si può guardare stando a testa in giù e con i piedi per aria", scrisse in un articolo del 1816. Secondo alcuni critici Friedrich aveva sovvertito la tradizione della pittura di paesaggio adottando un uso violento del chiaroscuro e un punto di vista privo di prospettiva caricando il paesaggio di simbolismi del tutto soggettivi. Va detto che le tragedie familiari che lo segnarono per tutta la vita, influirono anche sulla scelta di soggetti sempre densi di misticismo; un Romantico per eccellenza, spesso incline alla nostalgia e alla malinconia soprattutto per un senso di colpa che lo affliggeva fino a tentare il suicidio: all'età di tredici anni vide annegare il fratello dodicenne che morì per salvarlo quando pattinando sul fiume ghiacciato sprofondarono in una crepa. L'opera che irritò Goethe, ai limiti dell'astrazione, non mancò di influenzare artisti del Novecento come ad esempio Mark Rothko (Dvinsk, Russia 1903 - New York 1970) che ben centocinquant'anni dopo, con le sue composizioni a fasce orizzontali fu accostato alla pittura di Friedrich.
Mark Rothko, Marrone, blu, marrone su blu, 1953

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