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lunedì 5 settembre 2011

In attesa di Artemisia

Artemisia Gentileschi, Giuditta che decapita Oloferne (Roma 1612)

Dal 22 settembre 2011 fino al 29 gennaio 2012, Milano celebra  Artemisia Gentileschi con una mostra a Palazzo Reale dal titolo Artemisia Gentileschi "Storia di una passione". 
In attesa di vederla vi consiglio un romanzo biografico che vi avvicinerà con curiosità e interesse al personaggio per comprendere e amare le sue opere. Il libro con illustrazioni correlate, s'intitola "Artemisia" di Alexandra Lapierre, uscito nel 1999, edito da Mondadori. L'autrice ha impiegato cinque anni di ricerche in giro per il mondo sulle tracce di Artemisia e Orazio Gentileschi per realizzare questo romanzo che racconta il dramma e la passione di una donna che per imporsi infranse tutte le regole.
Nel 1611 Artemisia già s'imponeva come pittrice di raro talento incontrando però l'avversità del padre, il famoso pittore Orazio Gentileschi che voleva nascondere al mondo l'avvenenza 
e il genio della figlia. Un amico e collaboratore del padre, il pittore Agostino Tassi, violentò Artemisia quando lei aveva diciannove anni. Ci fu un processo per stupro, scandaloso per l'epoca. L'accusato fu condannato a otto mesi di carcere e Artemisia, pur uscendone vittoriosa, subì la tortura morale oltre che fisica. In seguito maturò un ossessivo interesse per il tema della Giuditta, una specie di vendetta contro la prepotenza maschile. L'opera sopra, Giuditta che decapita Oloferne,  riprende una composizione del Caravaggio la cui violenza espressiva ispirò per sempre lo stile di Artemisia e gli studiosi di questo dipinto credono di riconoscere nella testa mozzata, il volto del pittore Agostino Tassi. Nonostante la brutale esperienza personale, Artemisia conquistò fama e gloria e fu un raro esempio di indipendenza professionale femminile. 
Artemisia Gentileschi, Roma 1593 - Napoli 1653 

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