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domenica 17 luglio 2011

Padiglione Italia...esserci o non esserci...

Padiglione Italia, Alessandro Gallo, Titolo: Metrò 2010 (scultura)
...questo è il problema, rubo una citazione, è che non potrebbe essere più azzeccata di così. Sì perchè prima di tutto va detto (per chi non lo sapesse), che un artista "sano" cioè consapevole delle proprie potenzialità e con una buona dose di ambizione mescolata ad un altrettanto sana presunzione, (che gusto c'è ad essere modesti se ogni tanto non ci si vanta? disse Oscar Wilde); insomma, qualunque artista che creda appassionatamente in quello che fa, spera almeno una volta nella vita di esporre alla Biennale di Venezia! E' sempre stato estremamente difficile accedervi e le modalità sono sempre state inspiegabilmente misteriose. Praticamente da mafia dell'arte. Quindi che vado cercando? Dovrei riconoscere a Sgarbi il merito di aver sovvertito il "sistema" proprio contro la rigida selettività che ha contraddistinto i precedenti curatori. E' che ho finalmente visto il Padiglione Italia, quello che ha sollevato un mare di polemiche perchè Sgarbi ha chiesto ad un folto numero di intellettuali di prestigio internazionale, di segnalare ciascuno un artista ritenuto meritevole (circa 270 artisti sono stati segnalati da 200 intellettuali). OK, che gesto democratico e generoso! Questo ha permesso ad artisti eccellenti (quando la scelta è stata appropriata) di prendersi quasi una rivincita sul ristretto mondo dell'arte che da sempre privilegia pochi a scapito di moltissimi. Ma ci sono anche un mucchio di croste! perchè in molti casi l'intellettuale ha segnalato l'amico artista e non è vero che poi c'è stato un "filtro", macchè, sono tutti lì in mostra, maestri e dilettanti e l'allestimento è quantomai inadeguato, sembra una babele, un mercatino parrocchiale, una scenografia felliniana, no, sembra un circo. Centinaia e centinaia di quadri, sculture, installazioni, foto, appesi dall'alto vertiginoso (neanche si vedono) al basso più buio, oppure appoggiati ad una specie di libreria formata da semicerchi dove si vede anche il retro degli altri quadri), una specie di Salon dove ha la meglio quello con l'opera più grande (mossa giustissima peraltro), dove le dimensioni ridotte scompaiono, tutti mescolati, affastellati, dove c'è il meglio dell'arte contemporanea e dove non c'è limite al peggio. Eppure come dice un mio amico pittore: MEGLIO ESSERCI CHE NON ESSERCI

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