Omaggio a "Notte stellata" di Van Gogh gif by journal of impossible things |
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lunedì 31 dicembre 2012
La "notte stellata"
martedì 11 dicembre 2012
Carlo Biaducci, pittore
"Venezia d'inverno" di Carlo Biaducci, olio su tavola ca 1970 (collezione privata) |
La pittura naturalista possiede in Carlo Biaducci (Treviso, 14 maggio 1933 - 25 novembre 2006), uno dei suoi più autentici poeti; la sua evoluzione artistica affonda le radici nelle migliori tradizioni della pittura veneziana beneficiando dell'esperienza tardo impressionista. Ma al di là di questi riferimenti, l'istinto sincero dell'artista gli permette di scegliere temi e luoghi con una percezione poetica di significato universale e di grande tensione lirica; il felice taglio compositivo, l'intuizione dell'atmosfera, la modulazione armoniosa dei valori tonali, definiscono un linguaggio personale al quale il pittore si abbandona con un entusiasmo che non esclude un' attenta meditazione formale sempre nutrita dall'intensità del sentimento.
(Firmato A. R., tratto dal catalogo "ARTISTI VENETI" 1970)
Così riportava la Tribuna di Treviso all'indomani della scomparsa del pittore:
(domenica 26 novembre 2006)
- Lutto nell'arte - "Ieri si è spento il pittore Carlo Biaducci. Dopo la diagnosi di un male inguaribile, nacondeva il suo "malessere esistenziale" dietro un forte senso dell'ironia ed un inesauribile ottimismo. In realtà conosceva tutti i labirinti dolorosi dell'anima e la sua storia è quella di una profonda passione per la pittura, di una dedizione continua da sempre, frutto di una salda tradizione familiare. Il significato della sua opera consiste in un rapporto con la realtà che descriveva nitidamente attraverso le nature morte, i paesaggi, la laguna veneta con i suoi riflessi, trasparenze e accesi tramonti. Apprezzava l'arte in tutte le sue manifestazioni e non concepiva le gerarchie dei linguaggi espressivi. Di carattere schivo, non amava apparire e lavorava lontano dagli artisti e dai loro entourages. Le sue opere sono presenti numerosissime in Italia e all'estero presso collezioni pubbliche e private". [...]
Il Gazzettino (26-11-2006) - "E' morto Carlo Biaducci, pittore schivo e appassionato" [...], "la Treviso dell'arte perde uno dei suoi più noti rappresentanti". [...]
Paesaggio di Carlo Biaducci, olio su tavola ca 1970 (collezione privata) |
Nel 1965 il pittore Carlo Biaducci si trasferì in Canada con tutta la famiglia (moglie e quattro figli).
Il coraggio e "l'arroganza della gioventù" lo spinsero a sfidare la fortuna rimanendovi fino al 1970 finchè non prevalse la nostalgia per la sua città natale. Così fece ritorno a Treviso trasferendosi in un'abitazione del centro storico sopra lo studio del pittore Giovan Battista Rossetto. Condividendo l'amicizia e vivaci scambi in ambito culturale, prese parte alla vita artistica ristretta al cuore della città che allora era fortemente animata da personaggi singolari, spinti da autentica passione. Comunque fu sempre un solitario e in seguito preferì seguire un percorso indipendente, lontano da qualsiasi gruppo di appartenenza.
Toronto, Canada. Carlo Biaducci difronte alla sua abitazione (1965) |
giovedì 6 dicembre 2012
La neve ispira (2012)
Patrizia Biaducci, olio su tela cm 30 x 30 "Bosco, fuoco, neve" (2012) collezione privata |
Patrizia Biaducci (dettaglio), olio su tela cm 30 x 30, titolo "La prima neve" (2012) collezione privata |
mercoledì 5 dicembre 2012
studio per alberi e luce 2009 e 2010
Patrizia Biaducci, olio su tavola (2009), studio per alberi in viola premiato da A.A.T. collezione privata |
Patrizia Biaducci, olio su tavola, studio per alberi in viola 2 (2010) collezione privata |
Paesaggi del 2008
Patrizia Biaducci, "Era di maggio" olio su tela cm 100x80 (2008)
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“Albero nel blu” olio su tela cm 100x80 (2008)
Aggiungi didascalia |
martedì 4 dicembre 2012
Paesaggi in bianco e nero del 2006 e 2007
L’esperienza al Centro Internazionale della Grafica (VE) mi ha ispirato nuovi stilemi e ho applicato incisioni e colore nero nella pittura a olio su tavola come fosse un’ incisione a punta secca.
“Alberi, notte, neve” 2006 olio su tavola cm 35x45 |
Patrizia Biaducci, "Paesaggi in bianco e nero", 2007 |
Paesaggi notturni 2006 e 2007
Patrizia Biaducci, olio su tela cm 80 x 100, titolo: "Dentro il bosco" (2006) |
Patrizia Biaducci, olio su faesite cm 80 x 101, titolo "Luce invernale" (2007) |
lunedì 3 dicembre 2012
domenica 2 dicembre 2012
Luce che filtra del 2003
Patrizia Biaducci, olio su tela cm 50 x 60, titolo "Notturno" (2003)
collezione privata
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sabato 1 dicembre 2012
Paesaggi in collina del 2003
Patrizia Biaducci (2003) “Paesaggio estivo” olio su tela cm 100x100 |
Patrizia Biaducci, olio su tela cm 100x100, “autunno” (2003) |
venerdì 30 novembre 2012
giovedì 29 novembre 2012
“Betulle” olio su tavola del 2000
mercoledì 28 novembre 2012
Paesaggi autunno, inverno 1999 e 1998
visualizza l'immagine che cerchi, scendi con il cursore
Patrizia Biaducci, olio su tavola cm 70 x 50 titolo "Cielo riflesso" del 1998 Pubblicato sulla copertina di UNICO Immobiliare nel 2009 (collezione privata) |
martedì 27 novembre 2012
lunedì 26 novembre 2012
Volevo essere impressionista
e Patrizia Biaducci a casa di Monet a Giverny
giovedì 22 novembre 2012
Gian Lorenzo Bernini, l'eternità dell'attimo fuggente...
Gian Lorenzo Bernini, Ratto di Proserpina 1621-1622, marmo h. cm 255, Roma, Galleria Borghese foto by conflictingheart by mytapas |
Gian Lorenzo Bernini (Napoli 1598 - Roma 1680) fu lo scultore e architetto più ammirato dopo Michelangelo e fu protagonista del linguaggio figurativo che dominò l'intera Europa per quasi due secoli: il Barocco. Straordinario e stupefacente nella sua ricchezza formale, lo stile di Bernini conquistò ricchi committenti come il cardinal Scipione Borghese che ordinò "Il ratto di Proserpina" quando lo scultore aveva solo ventiquattro anni. Lavorò anche alla corte del Re Sole, Luigi XIV e fu ingaggiato da illustri esponenti del mondo politico ed ecclesiastico. Figlio di Pietro Bernini, importante scultore fiorentino dell'ultimo Manierismo, Gian Lorenzo iniziò l'apprendimento presso il padre all'età di sei anni e con lui lavorò ai cantieri di Papa Paolo V a Roma già dall'età di nove anni.
Il mito di Proserpina, figlia della dea Cerere: "Plutone, dio degli inferi, stanco delle tenebre del suo regno, decise un giorno di affiorare alla luce e vedere un po' questo mondo...Dopo un lungo e faticoso cammino emerse infine su una pianura bellissima [...] Ad un tratto, volgendo lo sguardo, scorse in un prato un gruppo di fanciulle che coglievano fiori con movenze leggere, fiori tra i fiori". (tra loro Proserpina) " [Plutone] si precipitò verso di lei che, scortolo, così nero e gigantesco, con quegli occhi di fuoco e le mani protese ad artigliarla, fu colta dal terrore e fuggì [...] Il dio dell'Ade, in due falcate le fu addosso e l'abbracciò voracemente e via col dolce peso; [...] Dal racconto del celebre poeta Claudiano.
Secondo la leggenda, Cerere, madre di Proserpina, folle di dolore, chiese aiuto a Giove che impose a Plutone di restituire la fanciulla. Egli accettò ma ad una condizione: Proserpina potè ritornare in superficie a patto che trascorresse sei mesi all'anno ancora con Plutone. E così gli altri sei mesi dell'anno Cerere faceva calare il freddo e il gelo che ogni anno con il ritorno della figlia lasciava il posto al risveglio della natura alternando così le stagioni.
Fonte di studi: G. L. Bernini a cura di Tomaso Montanari-Grandi Scultori, Gruppo editoriale l'Espresso 2004. Wikipedia - Proserpina
Ratto di Proserpina visto difronte. Foto tratta da Grandi Scultori del gruppo editoriale l'Espresso 2004 |
lunedì 19 novembre 2012
Un successo strepitoso!
Omaggio pop a Leonardo (di Agnese, 9 anni) |
sabato 3 novembre 2012
GLI ARTISTI SIAMO NOI ! Bambini e ragazzi - tre anni tra arte e illustrazione in tutte le tecniche con Patrizia Biaducci
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frontespizio di biglietto invito dipinto ad acquerello e collage da Ines, 7 anni |
altri lavori realizzati in tre anni di laboratori tra arte e illustrazione a cura di Patrizia Biaducci.
La mostra: dal 10 al 18 novembre 2012, inaugurazione sabato 10 novembre alle ore 16,30 nello spazio espositivo di Sala d'Arme - Porta Santi Quaranta - Borgo Cavour, Treviso
Presenta Ciro Zanetti - Orari mostra: sabato e domenica 10.00/12.00 e 16.00/19.00
lunedì, martedì e giovedì 16.00/19.00. Patrocini: Associazione Artisti Trevigiani, Assessorato alla Cultura del Comune di Treviso, Associazione Artigiani e Commercianti per Borgo Cavour e via Canova.
Omaggio a Monet, dipinto ad olio da Agnese, 9 anni |
martedì 18 settembre 2012
L' accusa di Jean Clair
Vi state chiedendo come sia decifrabile l'arte del ventunesimo secolo? Siete disorientati e cercate a tutti i costi di uniformarvi nel timore che tutto ciò che è incomprensibile sia dovuto ad una "mancanza di cultura" da parte vostra? Non è così. Perfortuna nel mondo intellettuale qualcosa si muove, qualcuno denuncia lo stato di deriva raggiunto dall'arte e non solo Jean Clair ma molti altri personaggi tra storici e filosofi hanno aperto il dibattito e sperano che l'era del postmodernismo sia già tramontata in attesa di nuovi valori, valori di ritrovata autenticità. Nell'ultimo scorcio di secolo abbiamo accettato ogni genere di provocazione, dal kitsch allo choc, dalle manifestazioni delle "performance" con svilimenti corporali senza limiti all'uso incondizionato di animali (anche vivi! sebbene pochi lo sanno e mi auguro l'intervento immediato delle istituzioni in difesa degli animali). Damien Hirst, Jan Fabre, Maurizio Cattelan, abile esperto di marketing (questi usano gli animali precisando che sono già morti); Paul McCarthy è quello delle sculture di escrementi. Jeff Koons con i suoi canotti gonfiabili, prima di dichiararsi artista vendeva giocattoli. Il mercato dell'arte è nelle mani di quattro o cinque "artisti" miliardari e così assistiamo a quotazioni vertiginose per opere che perfino lo speculatore Saatchi (il miliardario collezionista e proprietario dell'omonima galleria londinese) in una recente intervista dichiara pentitamente, di aver contribuito a sopravvalutare. E comunque sono proposte noiosissime e prive di fantasia che con la scusa della provocazione ripetono stilemi stanchi e superati. Dello spaesamento del pubblico che assiste sgomento, hanno molta responsabilità i critici d'arte che per compiacere il mercato, soprattutto statunitense, contribuiscono con le loro oscure apologie ad innalzare questo genere di tendenze. Ma per sapere qual'è stato il germe di tutto ciò e arrivare a comprendere quanta responsabilità abbiano anche i direttori di musei come il MoMa, La Tate e anche il Louvre, vi consiglio L'INVERNO DELLA CULTURA di Jean Clair, edito da Skira (2011). Jean Clair è stato conservatore del Centre Pompidou e di altre prestigiose istituzioni che trattano arte compresa la Biennale di Venezia del Centenario.
mercoledì 11 luglio 2012
Variazioni del cuore
dettaglio di olio su tela
dettaglio di olio su tela
Patrizia Biaducci, (dettagli) di "Variazioni del cuore", 2012 olio su tela cm 80 x 100
martedì 26 giugno 2012
Spleen
Gustav Klimt by nezart design |
Per noi italiani spleen è tristezza, depressione. Secondo i tedeschi è un dramma esserne sopraffatti, va estirpato. In tutti i casi è una manifestazione di profondo disagio esistenziale. E gl'inglesi che pensano? Hanno sempre elogiato lo spleen e Oscar Wilde l'ha celebrato nel romanzo "IL RITRATTO DI DORIAN GRAY" conferendo al personaggio dandy, snob e cinico, una sofisticata inclinazione allo spleen quasi fosse privilegio di pochi. Goethe, ne "I DOLORI DEL GIOVANE WERTHER" ha anticipato quel malessere, tipico del '900, versando fiumi di malinconia e all'epoca in Germania, il romanzo fu ritirato per contenere l'ondata di suicidi che seguirono alla sua lettura. Lo spleen è romantico, è un segreto ed intimo sentimento, una ricerca sul senso profondo dell'esistenza. Una sorta di autocompiaciuta malinconia che genera dubbi ed apprensioni "utili" alla riflessione e alla creatività sublimata dalla sofferenza e dalla nostalgia. Sandor Marai nel suo romanzo autobiografico "CONFESSIONI DI UN BORGHESE" riconosceva una qualità rara di sua moglie: "Sapeva rispettare i miei spleen"...e non faceva domande. Un tempo lo spleen si spiegava così: "mal di vivere". Molto diverso dalla comune depressione.
martedì 22 maggio 2012
Antinoo, il fascino della bellezza
particolare di busto in marmo di Antinoo (immagine dal web) |
"Antinoo, il fascino della bellezza" è il titolo della mostra che si svolge a Tivoli (Roma) a Villa Adriana dal 5 aprile al 4 novembre 2012. E' l'occasione per proporvi una lettura che spiega fino in fondo com'è nato il mito di Antinoo in un raffinato racconto tra storia e romanzo, "Memorie di Adriano" di Marguerite Yourcenar. (Edito da Einaudi dal 1963)
"Se quest'uomo non avesse conservato la pace nel mondo e rinnovato l'economia dell'impero, le sue gioie, le sue sventure m'interesserebbero meno", così afferma la scrittrice in "Taccuini di appunti" (sulle ultime pagine del libro), per spiegare quale motivo l'ha spinta a ripercorrere la vita dell'imperatore Adriano (76 -138 d.c.) e il suo incontro con il ragazzo bitino di nome Antinoo che fu suo favorito dal 124 al 130 d.c., anno della sua morte nelle acque del Nilo. L'ipotesi più probabile giunta da testimonianze del tempo racconta che il ragazzo ventenne si sarebbe suicidato per offrirsi in sacrificio agli dei perchè secondo una superstizione, così avrebbe prolungato la vita del suo amato imperatore, allora cinquantatreenne.
Dopo la morte di Antinoo, l'imperatore Adriano cadde nello sconforto più profondo e il suo dolore si trasformò in un'ossessione e per circondarsi della memoria del ragazzo e rivederlo ovunque, quasi volesse resuscitarlo, ordinò statue, busti, bassorilievi a migliaia e fece stampare il suo volto anche sulle monete. E nel medio Egitto fondò una città in suo onore, Antinopoli.
"I ritratti di Antinoo: ce n'è molti.[...], sono tutti sconvolgenti per il realismo incredibile della figura, sempre riconoscibile al primo sguardo e tuttavia interpretata in tanti modi, per questo esempio, unico nell'antichità, di sopravvivenza, di moltiplicazione nella pietra d'un volto che non era quello di un uomo di stato o d'un filosofo, ma che fu, semplicemente, amato". M. Yourcenar (1903-1987)
partcolare del busto dell'imperatore Adriano (foto dal web) |
martedì 8 maggio 2012
La pioggia nel pineto
gif by Easy please me |
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti,
di fiori accolti,
sui ginepri folti
di coccole aulenti,
piove sui nostri volti...(breve citazione della poesia) di Gabriele d' Annunzio
giovedì 3 maggio 2012
Quando gli artisti erano romantici
Rodin e "Il pensatore" (1902) clicca per ingrandire foto di Edward Steichen by Artist and Studio by missfolly |
Dopo aver dedicato un paio di post a Camille e Rodin, vedo che le parole chiave di ricerca sono sempre le stesse: "artisti citati in Midnight in Paris" (il film di Woody Allen del 2011), oppure "Rodin vita privata" o ancora "Camille e Rodin"...non solo la curiosità ha risvegliato l'interesse del resto mai interrotto per certi artisti del passato ma soprattutto le nuove generazioni evidentemente, si sono appassionate (sempre grazie al film di Woody Allen) e hanno scoperto personaggi e vicende romantiche che non conoscevano. Non è che a scuola si approfondisca sempre lo studio dell'arte fino a perlustrare l'intimità degli artisti; eppure è anche la molla giusta per sollecitare la curiosità e di conseguenza il desiderio di visitare gallerie e musei. Ad esempio, visitando Parigi, l'atmosfera è ancora intrisa di nostalgia degli impressionisti anche se molto è dovuto a scopo turistico e la visita a Montmartre è inclusa nel pacchetto; ma il mito è ancora forte e rimane una meta imperdibile. E visitare il Museo dell' Orangerie con le ninfee di Monet o il Museo Rodin entrambi in centro a Parigi, suscita sempre un'intensa emozione; nessun artista attualmente in voga è in grado di giungere così diritto al cuore.
Gli "artisti" più citati di questi ultimi anni, soprattutto quelli che usano gli animali e che gli animalisti denunciano (Hirst, Cattelan, Fabre e i loro prosèliti) messaggeri di morte, rappresentano la negazione del concetto di arte. Oltretutto avvalorano certe teorie lombrosiane sui caratteri degenerativi, che andrebbero rispolverate...fateci caso quando vi capita di vederli.
Un pittore a Montmartre, Parigi (1946) foto di Edward Clark by Artist and Studio |
martedì 17 aprile 2012
Variazioni del cuore
Patrizia Biaducci, pastelli a olio su carta (2012) |
Fanno parte della serie "Variazioni del cuore", i pastelli a olio su carta di Patrizia Biaducci realizzati nell'aprile 2012 per un tema riservato soprattutto all' illustrazione grafica.
Per saperne di più, visitate un luogo caratteristico nel cuore del centro storico di Treviso; chiedete del "Cafè galleria Due Pomi", dietro piazza dei Signori (piazzetta Monte di Pieta', info cel
338 9255687).
E' la caffetteria con spazio espositivo più singolare e curioso della città, concentrato ma davvero speciale con un'estensione del plateatico fin sotto il campanile del salotto più amato dai trevigiani. Passano artisti, attori e personaggi noti del mondo dello spettacolo di cui è presente un nutrito numero di scatti insieme ai gestori che con passione partecipano a molteplici occasioni culturali.
Patrizia Biaducci apre il ciclo espositivo di un gruppo di artisti dell' A.A.T. che si concluderà a fine 2012.
sabato 31 marzo 2012
La realtà silenziosa di Giorgio Morandi
Giorgio Morandi (Bologna 1890-1964) da "Silenzi", foto by "Abitare" |
Studiò i grandi maestri, da Giotto a Piero della Francesca, da Chardin a Corot fino a Cézanne che fu suo punto di riferimento. Nel 1919 incontrò Carrà e De Chirico pertanto esplorò la fase metafisica; e ci fu l'incontro con Mario Broglio e il gruppo di "Valori Plastici" con i quali espose a Berlino nel 1921 ma di fatto rimase sempre un isolato. Partecipò alle due grandi rassegne del gruppo sarfattiano di Novecento a Milano nel 1926 e '29 e ad alcune edizioni della Biennale di Venezia a partire dal 1928. Il mito di Morandi, artista solitario, appartato, che praticamente non si allontanò mai dalla sua casa in via Fondazza, fuori dalle luci della ribalta, che si poneva di fronte al mondo con un atteggiamento poetico, raggiunse gli Stati Uniti e fu tra i pochi artisti italiani invitati a partecipare all'edizione del Premio Carnagie di Pittsburgh nel 1929, '30, '33, 1936 e oltre mentre alla Quadriennale di Roma del 1939 ottenne il secondo premio per la pittura. Nuovamente presente alla Biennale di Venezia nel 1948, gli fu assegnato il Gran Premio per la pittura. Dal 2003 Bologna gli ha dedicato un museo, Museo Morandi e dal 2009 è aperta al pubblico la sua casa studio in via Fondazza, 36. Una curiosità: nel 2009 il Presidente Barack Obama dimostrò il suo apprezzamento per Giorgio Morandi scegliendo due olii per la collezione della Casa Bianca.
Fonti di ricerca: Prof. Sileno Salvagnini (corso di storia dell'arte contemporanea, titolo: "Gli Stati Uniti e l'arte italiana nella prima metà del '900), Accademia di Belle Arti di Venezia.
Ordine cronologico di Alberto Martini, I maestri del colore (F.lli Fabbri editori)
Interno di Casa Morandi, foto sito ufficiale |
giovedì 23 febbraio 2012
Quattrocento stelle d'oro illuminano la notte di Giotto
particolare della volta della Cappella restaurata (foto by "Viaggio nel blu") |
A Padova, nella Cappella degli Scrovegni, il pittore fiorentino Giotto di Bondone (1267 ca - 1337) realizzò tra il 1302 e il 1305, un capolavoro tra i più preziosi della storia dell'arte: un ciclo di affreschi assolutamente innovativi a quel tempo per i quali impiegò una brillantezza di colori senza precedenti e uno stile che conferiva sentimento ai volti delle figure e, alle "scene", quell'illusione della profondità che rende tutto vivo e intenso agli occhi di chi guarda. Il cielo è blu oltremare, tempestato di stelle a otto punte dipinte d'oro; e dello stesso blu in tutte le varianti sono pervasi i cieli degli affreschi sottostanti. Ricavò l'oltremare dall' "azzurrite", una pietra molto meno costosa della polvere di lapislazzuli (particolare emerso dal restauro del 2001).
I lavori per la Cappella degli Scrovegni gli furono commissionati da Enrico Scrovegni, ricchissimo banchiere di Padova che sperò con questo tributo ai Santi e a Cristo, di espiare le colpe del padre, spregevole usuraio citato anche da Dante nel girone infernale della Divina Commedia.
Giotto, precursore del Rinascimento, ridiede vita all'arte sul finire del Medioevo, dopo che invasioni barbariche, successive guerre e povertà dilagante, determinarono in Europa il periodo più buio dell'umanità. Fu l'anticipatore della "rinascita" artistica e culturale, spezzò il rigido conservatorismo bizantino e andò oltre. Fece rivivere lo splendore dell'arte come non accadeva più da almeno mille anni, dal tempo dei greci e dei romani del mondo antico che tutti ammiravano e ai quali Giotto fu paragonato perchè ritenuto di pari prestigio.
vedi Cappella degli Scrovegni, Padova vedi anche: viaggio nel blu (fonte di alcuni accenni)
Immagine dell'arco della Cappella |
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